Ritratti (“improvvisi”, in omaggio al genio di Giorgio Manganelli) in soli 500 caratteri di scrittrici e di scrittori. Solo trenta secondi per farsi ispirare e trovare il tempo di leggerli. Che il tempo di leggere è sempre quello impiegato nel migliore dei modi.
mercoledì 7 agosto 2019
Improvvisi va su Leggendaria
Da settembre la rubrica Improvvisi. Scrittrici in 500 caratteri sarà ospitata dalla rivista Leggendaria, acquistabile in PDF e nelle librerie convenzionate. Per info clicca qui Legendaria
lunedì 11 febbraio 2019
Renata Viganò
“Ecco, allora si ragionava così. Se uno spariva, si stringevano le file, il vuoto era subito cancellato. Il dispiacere bisognava farlo diventar piccolo, che stesse nello spazio del cuore. Di fuori non c'era posto, perché dei dispiaceri ne avevamo tutti.” È il ricordo della Resistenza di Renata Viganò, staffetta, infermiera, dirigente del servizio sanitario di una brigata nelle valli del Comacchio. Ha raccontato la sua esperienza personale in numerosi scritti, primo fra tutti L'Agnese va a morire, giudicato magnifico da Natalia Ginzburg che ne volle la pubblicazione.Consigli di lettura:
Renata Viganò, L'Agnese va a morire, Einaudi, 2015.
Roversi/Alvisi, Con parole sue. Vita illustrata di Renata Viganò, Minerva Edizioni, 2018.
lunedì 28 gennaio 2019
Ernest Hemingway
“- Che libri dovrebbe leggere uno scrittore? - Dovrebbe aver letto tutto per sapere che cosa deve battere. - Ma non può aver letto tutto. - Non parlo di quello che può, ma di quello che dovrebbe!” L'uomo Hemingway - ha giustamente affermato Burgess - fu una creazione, al pari dei suoi libri. Avventuriero, guerrigliero, cacciatore, pescatore, pugile, oltre che scrittore e giornalista, visse spesso esperienze estreme (dall'America a Parigi, dall'Italia alla Spagna, dalla Cina a Cuba) alla ricerca di quella verità dello scrivere da lui sempre professata.Consigli di lettura:
Ernest Hemingway, Lettera dall'alto mare. Sullo scrivere, Henry Beyle, 2018.
Anthony Burgess, L'importanza di chiamarsi Hemingway, Minimum Fax, 2008.
lunedì 21 gennaio 2019
Anna Maria Ortese
“Scrivere è tornare a casa. Lo stesso che leggere. Chi scrive e legge realmente, cioè solo per sé, rientra a casa; sta bene.” Anna Maria Ortese, nella sua scrittura, ha cercato di ricreare la voce autentica che cercava nella letteratura degli altri: il «grido che turbi», la «parola che rompa la nebbia in cui dormono le coscienze». Di indole solitaria, si porterà dietro il dolore che per primo la invitò a scrivere e che sembra sottostare a quel che aveva detto una volta a proposito di Thomas Mann, quel mondo su cui «da una parte batte il sole, sull'altra si addensa l'ombra».
Consigli di lettura:
Anna Maria Ortese, Il mare non bagna Napoli, Adelphi, 2008.
Anna Maria Ortese, Da Moby Dick all'Orsa Bianca, Adelphi, 2011.
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