lunedì 2 luglio 2018

Jules Joseph Colette

“Quanto a mio padre... «Lei è proprio quello che desiderava essere, e che non ha potuto essere da vivo». Queste parole mi lasciano pensosa e commossa. Su uno dei ripiani più alti della biblioteca mi sembra ancora di vedere una fila di volumi cartonati, col dorso di tela nera. […] quando mio padre morì la biblioteca divenne una camera da letto, e i libri furono tolti dagli scaffali. «Vieni un po' a vedere» mi chiamò un giorno il mio fratello maggiore. […] quella decina di volumi cartonati ci svelava il suo segreto, accessibile ma disdegnato per tanto tempo. Duecento, trecento, centocinquanta pagine per volume; una bella carta vergata, di un bianco latteo, oppure spessa. «da scuola», rifilata con cura, centinaia e centinaia di fogli bianchi... Un'opera immaginaria, il miraggio di una carriera di scrittore.” Regaliamo qualche carattere in più all'opera mai scritta del capitano Jules Joseph Colette, padre della nota scrittrice, che a suo modo ha raccontato una storia pur non scrivendone neanche una riga. I suoi fogli bianchi furono usati dal figlio per scrivere le sue ricette, dalla moglie per incartare le marmellate, per le cotolette al cartoccio, per foderare i cassetti, dai nipotini per i loro scarabocchi, e finalmente da Colette per chiudere il racconto dedicato alla memoria del padre.
Consigli di lettura:
Jules Joseph Colette, Opera omnia, mai scritta.
Colette, Il capitano, in Eadem, Sido, Adelphi, 2011.

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